Impronte nel Tempo
- Progetto Senegal ODV
- 18 lug
- Tempo di lettura: 1 min
Touba Ndjaye, 2008. La prima pietra
Ci sono storie che non iniziano con un annuncio ufficiale o con una grande donazione.
Ci sono storie che cominciano con una stretta di mano, una pala di terra, il sole negli occhi e la polvere tra le dita.
Nell’agosto del 2008, in un villaggio a cinque chilometri da Mboro, chiamato Touba Ndjaye, non c’era un ambulatorio, non c’era un medico, non c’erano cure.
Solo madri che percorrevano chilometri con i figli in braccio. Solo uomini e donne costretti a rimandare, a resistere, a sperare.
Quel vuoto è stato il punto di partenza.
Un piccolo gruppo di giovani volontari – Roberto, Paolo, Ignazio, Dario, Andrea, Pierpaolo – ha deciso che non bastava mandare aiuti da lontano.

Bisognava esserci.
Fisicamente, umanamente, realmente.
Con mezzi semplici, strumenti essenziali, e una determinazione incrollabile, hanno alzato i muri della prima Casa de Santé del villaggio.

Non un edificio qualunque, un luogo dove poter trovare ascolto, cura, e sostegno.
E mentre le mani lavoravano, i legami si intrecciavano.
Volontari e comunità locale, uniti da un progetto che era già futuro.
Un’impronta nel tempo.
La Casa de Santé è ancora lì.
Ci lavorano i nostri medici. Ci passano i bambini cresciuti, le madri che allora erano ragazze.
È un pezzo della nostra storia, è l’inizio di tutto.
E non ci siamo più fermati.

Nel prossimo capitolo, vi racconteremo dei lavori eseguiti nelle missioni successive sempre in ambito medico e scolastico.
Perché, mattone dopo mattone, un villaggio cresce.



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